Il Benessere con il Feldenkrais è possibile e vi racconto cos’è per me questa Disciplina
l’intervista di Francesco Marchese a Sissi – Allieva Feldenkrais da 3 anni
Vedo Elisabetta, detta Sissi e mi viene ovviamente da pensare all’imperatrice, che dall’altra parte della strada mi fa segno di aspettare.
Poi sparisce, poi riappare e attraversa il viale.
È sorridente e allegra, come sempre e non c’è niente da fare, quando incontri qualcuno al di fuori del contesto dove l’hai conosciuto, una palestra, un coro, un corso di cucina, è come conoscere nuovamente quella persona e riorganizzare il rapporto.
Ci abituiamo all’unicità del colore, a vedere un unico raggio come sintesi delle personalità, tuttavia poiché siamo individui complessi, quando ci entra una luce dentro la riflettiamo come il prisma scompone i colori dell’arcobaleno.
Dunque mi preparo alla sorpresa, e questo mi piace ma allo stesso tempo un po’ mi mette ansia.
Il locale, è il caso di dirlo, è accogliente, silenzioso e deserto a sufficienza per la nostra conversazione. La saletta riservata dove ci sediamo su comodi divanetti capitonné è ben illuminata, gradevole e profuma di biscotti che subito chiediamo al ristoratore. Ma che prontamente ci dice che non ce li ha. Va bene, due caffè possono andare bene!
Perché Sissi mi confessa che è a dieta e che da quando è a dieta è già ingrassata di un chilo. E l’atmosfera, come se ce ne fosse bisogno, ha subito preso una piega morbida, come un maglione di cachemire a pelle.
Poi iniziamo a parlare di teatro, di pronuncia – che io risentendo quest’intervista, ho davvero pessima – di metodo Stanislavskij, di recitazione a tutto tondo.
Insomma una specie di autoanalisi. Sembra impossibile a credersi ma Sissi mi dice che lei non reciterebbe mai perché un po’ si vergogna e a me sembra così incredibile perché è una donna esuberante, vitale, spiritosa e autoironica. Con quegli occhi che anche se fosse notte di luna nuova riusciresti a vedere e lei lo sa, come ovvio.
Mi ricordo che una volta scrissi che gli occhi devono stare chiusi altrimenti parlano e continuano a parlare. E lei mi raccontò che quei suoi occhi a volte le hanno fatto passare un sacco di guai. E non stento affatto a crederci.
Abbiamo parlato poi di teatro nelle carceri, a Rebibbia e del film dei fratelli Taviani, bellissimo “Cesare non deve morire”.
Abbiamo infine chiacchierato dei figli, dei miei tre figli e di come mi sia pentito di non averne altri, perché secondo me nella vita abbiamo solo due esigenze, il riposo e la rigenerazione.
Il riposo, quando tu hai dei problemi, te lo danno i figli o i bimbi in genere, la rigenerazione riguarda l’innamoramento e la persona, uomo o donna che sia, che ti sta accanto.
E Sissi mi racconta di suo nipote che le dice che se ha dei problemi è dai suoi bambini che deve andare perché solo parlando con loro si può rasserenare e trovare conforto.
Che dopo tanti anni di insegnamento tutte le sue difficoltà, che sono state importanti, sono state superate grazie ai bimbi, quelli di suo nipote e gli alunni della scuola. E noto che un velo di malinconia e forse di tenerezza è appena sceso sui suoi begli occhi chiari.
Ma dobbiamo cominciare la nostra intervista e questo è quello che ci siamo detti.
Ecco la nostra Intervista !
Preludio:
Vorrei intanto iniziare con i miei complimenti. Sei una degli allievi di Roberta che mostra una agilità invidiabile. Fai cose che io non riuscirei mai a fare.
Mi piacerebbe sapere come hai conosciuto il Feldenkrais, e come mai questa disciplina ti ha incuriosito e conquistato più delle altre. E soprattutto perché Feldenkrais e non, per esempio, una palestra classica?
In realtà io apprezzo molto chi fa le cose bene e ho pensato, fino a non molto tempo fa, che se mi fossi impegnata allo spasimo sarei riuscita a fare qualsiasi cosa. Poi questa cosa è stata fonte di enormi frustrazioni perché non era vero.
Non sempre se ci si impegna si raggiungono risultati. Anche impegnarsi per esempio a essere una brava compagna. Puoi metterci tutto l’impegno che vuoi ma in realtà puoi riuscirci o puoi anche non riuscirci …
…le cose vanno come devono andare e spesso ci possiamo fare relativamente poco o niente addirittura …
Allora nella mia vita ho fatto sempre un po’ tutto e poiché ho avuto tante difficoltà fisiche i medici mi consigliavano di fare movimento.
Poi devo dirti la verità a me la palestra non piace, mi annoia e ha uno stile che non mi appartiene e quindi avevo provato a fare anni fa Chi Kung, una disciplina affine al Thai Chi e mi è piaciuto moltissimo. Poi non c’erano allievi a sufficienza, come spesso capita, allora il corso è stato chiuso.
Nella stessa sede qualche tempo dopo si è tenuta una prima lezione di Feldenkrais e ovviamente io non sapevo cosa fosse.
Mi sono incuriosita, era fine anno e una delle ultime lezioni, sono entrata e ho visto questi tutti sdraiati per terra e Roberta che con la più grande flemma e seraficità diceva “ti-ra-te su la gam-ba si-ni-stra …len-ta-men-te e poi gi-ra-te-la …len-ta-men-te un po’ ver-so de-stra e …len-ta-men-te venite su …”.
Io so’ tornata a casa pensando questi so’ proprio matti. E, se non fa bene e sicuramente non mi fa male, perché no quasi quasi ci vado, c’è un bel gruppo.
Tra l’altro pensavo che non fosse neppure un movimento. Poi ho iniziato e le cose via via sono diventate diverse da quel giorno, più complicate e poi c’è questa sensazione di estensione corporea e tu senti che il tuo corpo a poco a poco si espande. Mi sono accorta alla fine che nella vita pratica quei movimenti mi aiutavano molto a essere più flessibile e consapevole, insomma a stare meglio.
Eh sì, noi siamo sempre un po’ bloccati nelle nostre cose. Parlando con Roberta mi è sembrato di capire che una delle cose più importanti sia la consapevolezza nel movimento. Cioè il passaggio dalla volontà di muovere un certo muscolo al movimento che hai pensato di poter fare. Puoi per favore spiegare secondo te in cosa si esplicita?
Penso proprio di sì, non solo la consapevolezza ma anche la naturalezza nel fare quelle cose, diventa la tua abitudine di muoverti, nel modo che è più consono alle tue possibilità.
Coordinazione Corpo e Mente
Secondo te è corretto dire che riappropriarsi delle capacità di riorganizzare il nostro corpo porta ad un maggior riordino del nostro pensiero? Una migliore capacità di relazione?
Penso proprio di sì. Adesso mi sento di essere più padrona del mio corpo.
Mi viene da pensare che non vedo l’ora che arrivi l’estate che mi devo tirare su come una libellula (ride). Mi piaccio di più, in tutte le cose, anche in una relazione amorosa per esempio.
Percepisci che ti senti meglio con te stessa, anche nei confronti dell’altro.
Per esempio, dopo che sono andata in pensione la mia dottoressa quando mi ha visto mi ha detto “Elisabetta ti trovo molto bene”, “ma io mi sono ingrassata”, “ma non dai questa idea, ti vedo più bella, la postura è più eretta”. Perché queste nostre capacità se non le facciamo vedere è come se non ce le avessimo …
Forse possiamo dire che quello che stiamo facendo è mostrare quello che possiamo essere o diventare, prima di tutto a noi stessi. Ma nella vita pratica di tutti i giorni, tu ti ritrovi a fare le cose che fai con Roberta?
Partendo dal presupposto, e io sono una maestra e detesto dare i compiti a casa agli alunni, che io sono una che non si metterà mai a ripetere a casa quello che faccio in palestra, però poi lo faccio, magari in un altro modo, magari inconsapevolmente.
Magari, per esempio, mi giro e penso “posso girare la testa ancora di più”. Oppure quando mi asciugo i piedi e in pratica sono seduta sul bordo di uno sgabello, faccio quell’esercizio che ci aveva detto Roberta una volta, quello dell’ischio che sale e che scende.
Oppure quando mi alzo dal letto o dal divano non c’è volta che non utilizzi questa tecnica della leva e mi sento proprio bene. E di questo vorrei fare un tutoraggio diffuso.
Molto spesso mi capitava a scuola: io spiegavo cento volte una certa cosa e non mi capivano, e poi mi arrendevo dicendo “non so più spiegarlo diversamente, non so farlo in un altro modo, fatelo voi”.
Allora arrivava una bimba e con la più grande semplicità e naturalezza faceva capire agli altri quello che io non ero riuscita a spiegare. Perché la bimba illustrava le cose come lei le aveva capite ed era più facile per gli altri seguire il pensiero di un altro bambino che non quello della maestra.
Mi sembra di capire che quello che è, diciamo così, deleterio è l’abitudine a fare sempre la stessa cosa senza accorgercene, magari senza cambiare prospettiva.
E gli Uomini.. con Feldenkrais .. esiste una Relazione
Altro argomento, perché secondo te gli uomini hanno più remore ad avvicinarsi a queste tematiche?
Gli uomini devono sempre essere assertivi, devono fare il macho.
Che ne so, magari se fosse un corso di boxe verrebbero, vogliono mostrare i muscoli.
Ho un amico che va a fare sempre le passeggiate, ha mal di schiena e gli ho chiesto di venire con me, almeno una volta.
Poi si è iscritto in palestra e non ci è andato mai. Poi la palestra aggrega molto di più e se un maschio dice “vado in palestra” è fico, se invece dice che va a fare Feldenkrais intanto ti chiede “ma che è”, e se gli dici che è una specie di posturale evoluta pensa “allora sono un vecchio, uno sfigato” …
Oppure come dice Roberta, e ci siamo fatti un sacco di risate, gli uomini vanno dove si “cucca” di più, dove si rimorchia.
Però è vero. Io mi ricordo molti anni fa che le mie amiche mi chiedevano “ma dove posso andare a conoscere i ragazzi” e io dicevo “ai corsi di sub” …
Ma come, i sub non parlano, stanno sott’acqua!
Ma no, si sta insieme, si vanno a fare le escursioni, le gite. E questo un po’ è vero. Ma non è che noi donne siamo poi così diverse, è proprio il tipo di attività che sembra quasi che non sia virile, che non si adatti al maschio.
E’ importante la Fiducia fra allievo ed insegnante
Tornando a quello che facciamo, parliamo di fiducia. Non è che la fiducia sia immediata, ma si conquista piano nel tempo. In sintesi, perché Roberta ti ispira fiducia?
Roberta è una persona seria, che prende le cose molto sul serio nel suo lavoro e dunque è brava in quello che fa.
Ma oltre a essere brava è davvero innamorata del suo lavoro e questo lo percepisco molto.
La bellezza dell’insegnate è proprio questo, quando trasferisce non solo il sapere, non solo il mestiere, ma trasferisce una parte di sé agli altri. Questo mi piace di lei, la mia fiducia l’ha conquistata in questo modo.
Senti, in questi anni di frequenza di palestre, non solo Felden, ti ricordi di un episodio che ti ha molto colpito in modo positivo e invece di un episodio che ti ha un po’, diciamo così, disilluso?
Ecco, mi piace molto l’atteggiamento che ha il gruppo, di tutte le persone del gruppo intendo, nei confronti di ciascuno di noi. C’è una solidarietà che mi colpisce in modo positivo.
Magari se alcune persone partono un po’ in ritardo, forse perché hanno avuto alcuni problemi, non sono mai state lasciate indietro da nessuno.
Ed è un aspetto davvero sorprendente, molto bello e positivo. La cosa spiacevole invece è che una volta si sono create alcune dinamiche strane che ho avuto difficoltà a capire e che mi hanno fatto sentire un po’, ecco, perplessa, malinconica …
Un’ultima domanda. Roberta in estrema sintesi ha detto, ma credo si possa dire di qualsiasi esperienza: “io voglio fare questo perché mi piace farlo, ne sono consapevole e il piacere che mi dà fare queste cose supera qualsiasi difficoltà o impedimento. Sono viva e sono contenta”. Trovi ci sia qualcosa da aggiungere, che abbia colto nel segno?
Io credo che Roberta sia interessata alla vita in generale, non la conosco molto bene però penso che questa sua nuova esperienza, anche nella sfera personale, sia una nuova sfida che sta portando avanti con consapevolezza ed entusiasmo. Secondo me quello che ha detto “funziona”.
A me piace moltissimo il finale “sono vivo e sono contento”. Non potrei trovare parole più efficaci.
Bene, a intervista finita, più che altro una piacevole conversazione, ho sperato che il registratore funzionasse.
Perché far ripetere a Sissi quello che mi ha detto o confessato, bello, gradevole, intelligente e per certi versi, come sospettavo, sorprendente non avrebbe avuto lo stesso fascino, la stessa spontaneità.
Ci siamo lasciati ma prima abbiamo preso un altro caffè dato che su quei divani si stava davvero molto comodi.
Francesco Marchese