Sabrina ed Eugenio: 2 esperienze del Circolo Letterario On Line

Eccoci alla ripresa del nostro amato Circolo del Benessere Letterario. Sono davvero contenta della partecipazione attiva e sentita di tante persone!

Questo Circolo è nato dall’idea di offrire un servizio gratuito ai clienti ed allievi di Benessere con un Tocco ma è diventato una esperienza cosi bella e gratificante che si è estesa anche ad altre persone. Credo che sia una cosa bellissima potersi ritagliare un piccolo spazio per discutere di un libro, uno strumento per parlare di noi e delle nostre storie personali! 

Il primo incontro dell’autunno sarà Mercoledi 10 novembre ore 1819.30 con “L’Uomo duplicato” di Josè Saramago. Vi aspettiamo numerosi!

Il secondo incontro sarà a gennaio, in data da definirsi, con il libro “Su una gamba sola” di Oliver Sacks. In questa occasione si parlerà di corpo e perchè no, anche di movimento Feldenkrais, con una esperienza pratica per tutti!

E da ora in poi gli incontri saranno registrati, così potrete vederli anche a posteriori!

Ora lascio la parola a due di noi. Leggete la loro esperienza perchè anche voi potreste far parte di questo gruppo in crescita!

Eugenio

Ho 85 anni, e ho trovato nel Circolo Letterario uno spazio molto adatto e soddisfacente per persone della mia età e non solo. Sono molto grato a Roberta e a Francesco per il loro impegno in questo ambito, e a tutto il gruppo per la loro compagnia, appoggio e comprensione.

C’è un concetto che vorrei segnalare come particolarmente significativo per me e potenzialmente fecondo per il futuro del Circolo.

Mi riferisco al concetto di “sinergia”, all’interno dei due insiemi essenziali al Circolo Letterario del Benessere con un Tocco: l’insieme “autore-libro-lettore” e l’insieme “sito-chat-zoom”.

La sinergia nell’insieme autore-libro-lettore indica la convenienza di avere presenti queste tre realtà  in contemporanea quando si parla di un’opera letteraria. Sabrina legge il libro di F. Mila pensando alla sua risonanza nella vita di tante coppie e figli. Quindi si aspetta di sentire non solo commenti sul libro stesso ma anche una opinione personale di vita sui temi sollevati dall’autore. 

Inoltre è importante sapere qualcosa dell’autore, della sua vita e delle circostanze in cui scrive il libro. 

Io mi sono domandato quale sia stato il meccanismo nella vita e nella cultura di McEwan che lo abbia portato a far dire al Giudice Fiona Maye la frase: “la vita è più importante della dignità”, una frase sulla quale abbiamo discusso molto.

Andare avanti indietro in queste tre realtà arricchisce enormemente la comprensione dei testi e la prospettiva della lettura. 

Analogamente importante è la sinergia nell’insieme “sito-chat-zoom”

Tutte e tre le aree hanno un’importanza non trascurabile. Il sito è la cornice che inquadra e dà un senso particolare al Circolo. E’ lì dove si presentano i libri e le recensioni, e cioè in un terreno che ha un profilo chiaro e netto: umanistico, olistico, naturale. Questa è l’atmosfera, e questo l’orizzonte.

Io vedo il sito come l’asse portante del Circolo, un punto di riferimento inconfutabile.

La Chat la considero lo strumento fondamentale del lavorio del Circolo.

I ragazzi e le ragazze, sono 33 (ovviamente in crescita!)

Tanti talenti nascosti! Perché non considerarla il luogo privilegiato del Circolo, con la partecipazione di tutto il gruppo in tutte le fasi (scelta dei libri, commenti prima e dopo lo zoom, contributi che ampliano la conoscenza sugli autori e sul contesto in cui il libro è stato scritto.

E, last but not least, lo zoom, come punto d’arrivo di un processo di maturazione molto interessante e qualitativamente eccellente dove si punterebbe a formulare conclusioni, esplicitare interrogativi, aprire prospettive.

Da riconsegnare di nuovo alla Chat….. e qui si chiude il cerchio perfetto e perfettibile!

Per me il concetto chiave è sinergia e noi ne siamo un ottimo esempio!

Sabrina

Riflettevo sui pensieri espressi nella nostra Chat “Il racconto nel Bicchiere”, che è una chat aperta a chiunque sia interessato alla lettura e ai libri dove Francesco ha scritto che la lettura rende migliori solo nel momento in cui leggiamo, anche Roberta ha condiviso le sue opinioni in merito alle molteplici letture sul tema della morte, che, tuttavia, non le sono ancora  servite a chiarire molti dubbi.

Certamente la ricerca e la lettura non vanno interrotte,  anche perchè ci fanno stare bene nel momento stesso in cui le svolgiamo, però io penso che sia altrettanto giusto meditare su ciò che si incontra nella lettura, per valutare prospettive diverse, per crescere e per conoscere meglio se stessi oppure per cambiare opinione…. perchè no?

Personalmente ho colto nel romanzo  Il Verdetto di McEwan il messaggio di non perdere di vista la complessità degli eventi della vita.

Sono una persona fondamentalmente emotiva, che fatica a considerare tutte le sfaccettature di ogni situazione. Grazie a questo libro in cui la protagonista deve sforzarsi di comprendere a fondo tutti i fatti del caso di cui si occupa e deve individuare ciò che ha spinto le persone coinvolte a comportarsi in un certo modo, ho capito quanto sia importante valutare i diversi punti di vista.  Rispetto a un evento ciascuno di noi reagisce in base al proprio sentire e sempre entro i limiti del proprio carattere e delle condizioni personali.

Assecondando il ritmo frenetico del nostro presente, prendiamo spesso decisioni sulla base di valutazioni affrettate. Soppesare, ponderare non rientra nella nostra quotidianità.

Questo è sbagliato, perchè la nostra vita si basa in larga misura su un intreccio di relazioni e sarebbe utilissimo tenerne conto per affrontare i problemi della vita.  Dopo aver letto McEwan, il libro Piperita mi è sembrato ricchissimo di spunti. 

Vista però la giovane età dell’autore, la delicatezza dell’argomento e la natura autobiografica del romanzo, non me la sono sentita di fargli tutte le domande che avrei desiderato.

Avrei voluto dirgli quanto è difficile essere genitori, continuare a capirsi nonostante gli anni che passano, essere solidali, nonostante i problemi. Tutto ciò richiede impegno, fatica, determinazione. E’ facile dirsi grandi bugie, fra cui continuare a stare insieme per amore dei figli. Non è amore, i figli soffrono terribilmente, come si è riscontrato nel libro.

Mi sono molto identificata nella mamma di Antonio, per me sarebbe stato impossibile sostenere compromessi così limitanti, se non rifugiandomi nella depressione (fortunatamente non mi è mai capitato!).

Rinunciare alla propria autonomia, ai viaggi, alla condivisione delle proprie aspirazioni con un compagno, per me sarebbe stato come non esprimere la mia voglia di vivere.

Già solo il fatto che lei desiderasse volare dall’altra parte dell’Oceano, parlare altre lingue, sognare di incontrare per strada un bell’attore,  mentre il marito la portava in ferie in un angusto paesino del sud, mi ha fatto soffrire per lei! Il bambino Antonio aveva colto il disagio che gravava sulla mamma fino a portarla all’autolesionismo, è l’incipit del libro.

Per me sarebbe inconcepibile convivere con un marito che non conceda il divorzio e si ostini a dormire sul divano.

Ora, però capisco anche il punto di vista del papà del protagonista, che si sente profondamente addolorato, ma nella stessa misura responsabile verso la famiglia. Noto gli sforzi di un padre, un medico che cerca di tutelare i propri figli, considerato che la madre ha tentato il suicidio più volte.

Quindi a ben vedere la famiglia, difesa maldestramente dal fallimento della coppia, è in qualche modo ciò che entrambi volevano salvare. nonostante il naufragio del matrimonio.

E la fidanzata del protagonista? Abbandonata dalla mamma? Una madre che ha scelto di vivere, chi ne ha pagato il prezzo?

E la sorella di Antonio precipitata nell’anoressia?

Forse ognuno di loro avrebbe potuto scrivere la propria versione dei fatti, il proprio punto di vista. Sarebbe stato per quella famiglia un grandissimo momento di condivisione. Invece mi domando se ciascuno di loro abbia tratto qualcosa di significativo da questa vicenda, oltre alla sofferenza.

Parlarsi, comunicare, scambiare i propri punti di vista…. forse il gruppo di lettura serve ad allenarsi a questo. 

…come lasciare per un attimo la solitudine della lettura per trovarsi tutti insieme. Sorridersi, parlarsi, mettersi anche un po’ in discussione, prendere una pausa e poi ricominciare con un nuovo libro.

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