Cos’è la Teologia Laica se non la Ricerca dell’Universo profondo attraverso il Corpo

di Eugenio Delaney (Teologo)

Le riflessioni di Eugenio mi aiutano sempre a fare maggior luce dentro di me! 

Per me il contatto con la vita è: fare le cose bene, con il cuore, con il sentire! Ogni cosa che facciamo dovrebbe essere fatta “bene”, diventare cosa viva.

E’ un compito difficile che mi sfida ogni giorno ma che ogni giorno tento, cerco e provo a costruire.

Ogni giorno è un piccolo viaggio e si sa, in ogni viaggio si devono affrontare sempre momenti bui. Un passo alla volta aiuta a compierlo con maggior serenità d’animo!

Buona lettura e buone riflessioni!

Per scrivere ad Eugenio: eugeniodelaney@libero.it, sarà felice di rispondere alla vostre domande o riflessioni!!

Roberta

ps: ringrazio Annamaria Guarcini (ex insegnante scolastica) per la collaborazione alla redazione dell’articolo

Cos’è la Teologia Laica se non la Ricerca dell’universo profondo attraverso il Corpo

Come  sempre, le mie riflessioni  faranno riferimento esplicito all’articolo di Roberta “Come camminare meglio” , che mi invito a leggere o a rileggere.

La mia e la sua sono due dimensioni diverse della stessa realtà che separate si disperdono perdendo un potenziale inimmaginabile. Unite, invece, generano Meraviglia.

“Dammi un punto d’appoggio e solleverò il mondo”, diceva Archimede.

Il corpo, il lavoro sul corpo e sul movimento sono un punto d’appoggio per la Teologia Laica che altrimenti resterebbe una riflessione astratta. La Teologia Laica è un punto d’appoggio per le discipline corporee che altrimenti perderebbero orizzonte, slancio e proiezione.

Alcune premesse necessarie:

La teologia è la ricerca di Dio, che storicamente ha percorso due strade molto diverse tra di loro: 

  • la strada della teologia religiosa, che si basa sulla Parola di Dio riconosciuta nei testi sacri, in primis la Bibbia
  • e la strada della teologia laica, che si basa sulla lettura della natura

Entrambi i percorsi hanno in comune il tema della Creazione ma divergono nel modo di concepire la relazione di Dio con la sua creazione.  La differenza non è di poco conto per l’immagine di Dio che ne risulta, e per come può orientare significativamente la nostra vita e la nostra libertà.

In questo articolo, impostato sui criteri e le metodologie della teologia laica, partirò dalla sua tesi fondamentale che la contrappone alla teologia religiosa  offrendo una visione totalmente diversa del mondo e dell’essere al mondo.

Pur ritenendo di grande importanza l’attualita’ con tutte le grandi minacce che incombono sulla nostra società, l’obiettivo delle nostre riflessioni esula da questi temi e punta a determinare l’essenza stessa delle cose.

Il dato fondamentale che distingue la teologia religiosa dalla teologia laica nella comprensione di come e cosa siano le cose è che la prima  presenta un Dio preesistente al mondo e una creazione separata da Dio, in una dualità  distante e gerarchica caratterizzata da comandi, comandamenti, debiti, offese, peccati, punizioni, indulgenze, redenzione, perdono, misericordia, sacrifici, mortificazione, negazione di se stessi in un quadro teologico e antropologico ben conosciuto nell’Occidente cristiano: IO e tu.

La concezione teologica, antropologica e cosmica laica è essenzialmente unitaria: la creazione è come un parto di Dio, un atto in eterna evoluzione in cui Dio manifesta la sua infinita e inesauribile volontà e potenzialità, e la capacità di pensare e scegliere ogni singola creatura del micro e macrocosmo come se fossero Se stesso: NOI.

Un’espressione metaforica che potrebbe aiutare l’immaginazione verso la rappresentazione di questa creazione concepita semper maior e magnifica potrebbe essere quella di un Dio, Cuore battente dell’universo. Un cuore che si trova in ogni singola realtà. Così lo percepivano i mistici cristiani e non.

In questo paradigma non c’è posto per relazioni di distanza e separazione, né per un approccio moralistico.

Anzi,  si potrebbe immaginare un dialogo  simile a questo:    “ Voi siete il mio mondo e IO sono la vostra realtà profonda. Insieme siamo un PROGETTO VINCENTE.  

Il mondo è fatto bene, ogni cosa deve essere sé stessa. Non fate niente per adempiere a leggi esterne, fate tutto quello che volete, ma fatelo bene, cioè senza adulterare niente.

Se cambiate la realtà originale, genuina delle cose, non sarà un’offesa né una colpa, ma l’errore di chi sta imparando.  Basta correggere e riprendere. Questo è l’Etica (leggi interne di genuinità), e il premio è la propria realizzazione, la autosoddisfazione, la propria felicità: mia e vostra –NOSTRA.

Concludo facendo riferimento esplicito all’articolo di Roberta che non è altro che un esempio e un’applicazione di quanto ho appena scritto. Quello è fare bene le cose. Essere se stessi. Le piante lo sanno e lo fanno, anche gli animali, e gli atomi.

Noi non sempre. Abbiamo tutto quello che ci serve per stare bene, ma spesso le facciamo male: postura, modo di camminare, respiro insufficiente. Cambiare e correggere è saggezza, è spiritualità mistica. E’ vibrare  assieme con il Cuore pulsante dell’universo.

Camminare bene e respirare bene è una preghiera.

Eugenio

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