Teologia Laica e le forme di Comunicazione
di Eugenio Delaney (Teologo)
Mi ricordo quando ho conosciuto Eugenio, che non usava whatsapp…… e non lo trovava interessante!
Così un bel giorno gli ho chiesto se voleva imparare a farne uso e lui da curioso che è ha risposto affermativamente e così ho iniziato a fargl un piccolo corso.
Essendo Eugenio argentino e tanti suoi contatti abitano ancora lì, per lui si è aperto una nuova possibilità di essere vicino ai suoi vecchi amici!
Per scrivere ad Eugenio: eugeniodelaney@libero.it, sarà felice di rispondere alla vostre domande o riflessioni!!
Roberta
ps: ringrazio Annamaria Guarcini (ex insegnante scolastica) per la collaborazione alla redazione dell’articolo
Forme di Comunicazione nel mondo Moderno
Mi collego all’articolo di Roberta sulla comunicazione a proposito dell’attività online che ha visto crescere esponenzialmente nel suo operato professionale.
Due riflessioni al riguardo.
- Come stanno le cose:
La comunicazione, principalmente sotto le forme tecnologiche, è un fenomeno epocale, nel senso che sta determinando un cambio d’epoca. Basta accennare all’IA per intuire che nulla sarà come prima. Nel bene (tanto) e nel male (lo auguriamo contenuto). - Cosa è la comunicazione nel suo essere profondo. Alla Teologia laica possiamo chiedere qualche indicazione che ci permetta imboccare una strada valida.
Una sua risposta chiara è che il mondo di Dio è appoggiato (da lì la sua consistenza) su due colonne erculee:
1) la colonna dell’identità: essere se stessi
In questa prospettiva Roberta cita “Diventare se stessi”, di Irwin D. Yalom, un gran maestro nel campo della psicoterapia, dove il suo obiettivo era aiutare i clienti a scoprire la loro identità in un processo graduale e mai esaurito).
2) la colonna del collegamento: nel creato tutto è collegato.
Anche in questo approccio Yalom è un punto di riferimento. Il lavoro di gruppo lo considera importante perché nessuno è se stesso in solitudine. L’ascolto dei pazienti e di questi tra di loro è indispensabile per la crescita.
Identità e collegamento: sono due forze, centripeta e centrifuga, il cui segreto sono la complementarietà e la sinergia. Se la cultura dell’identità fosse al prezzo dell’isolamento si cadrebbe nel narcisismo; se il collegamento fosse al prezzo della massificazione (essere nessuno, non contare niente), si cadrebbe nella sottostima e l’autodistruzione.
I rischi sperimentati nell’attività online si riassumono nel fatto che l’altro non sia presente (potrebbe anche essere sostituito da un registratore), e non ci sia comunicazione-comunione ma solo informazione.
L’empatia non risolve tutto, ma accorcia la distanza e può creare uno stato de presenza profonda, e cioè comunione di sentimenti, di pathos vibrante.
Ottima soluzione!
Eugenio