Teologia Laica : Sciogliere la lingua – Liberare la parola

di Eugenio Delaney (Teologo)

Eugenio ogni volta che scrive un articolo, riesce a farmi volare sempre in alto e farmi “sentire” che c’è qualche cosa.. di profondo ed immenso che pervade tutto e tutti. Mi porta a cogliere non solo ciò che  in appare in superficie perchè mi stimola  a guardare sempre “oltre”  più in profondità, più nascosto.

Ho visto proprio di recente “Ulisse – Van Gogh, i colori dell’eternità“,  e mi è venuto in mente Eugenio e la Rubrica di Teologia Laica.

Alberto Angela ha saputo tratteggiare la personalità di Vincent Van Gogh con profondità e leggerezza nello stesso tempo, ha saputo renderci tristi in qualche momento ma anche regalarci fiducia e serenità , arricchendo noi pubblico di “senso”.

Van Gogh ha rappresentato la Natura in tutte le sue forme per tutto il periodo della sua breve vita, dipingendo centinaia e centinaia di tele. Van Gogh ha saputo cogliere la magnificenza e grandezza della Natura subendone il suo fascino eterno .

Grazie Eugenio per guidarmi a guardare sempre “oltre” di ciò che appare!  Per questo vi consiglio di leggere questo bell’articolo e poi di vedere la puntata di Ulisse su Van Gogh. Sono sicura che, dopo la lettura dell’articolo di Eugenio e dopo aver visto Ulisse,  riuscirete a “Volare un pò più in alto e sentirvi parte di un grandioso tutto.

Grazie a tutti di darci dei feedback per questa nostra Rubrica e  augurando una buona lettura a tutti Vi salutiamo con affetto.

Roberta ed Eugenio

Per scrivere ad Eugenio: eugeniodelaney@libero.it, sarà felice di rispondere alla vostre domande o riflessioni!! e qui trovate l’intervista di Eugenio fatta da Francesco Marchese– nostro esperto letterario.

Roberta

ps: ringrazio Annamaria Guarcini (ex insegnante scolastica) per la collaborazione alla redazione dell’articolo

Sciogliere la lingua – Liberare la parola

Perché non parli?
L’articolo “la lingua e le sue disfunzioni” mi ha subito rimandato a Michelangelo davanti al suo Mosè e alle parole che la leggenda gli attribuisce: “perché non parli?”

È la sorpresa davanti alla sua opera di un realismo abbagliante a cui mancava solo la parola.
Stando al gioco, Mosè avrebbe potuto rispondere come aveva risposto al fuoco divino del roveto ardente “perché sono balbuziente” e infatti lo era.

Nell’articolo Roberta tratta della lingua anatomica, delle sue potenziali disfunzionalità e, soprattutto, di una modalità di terapia.

Per analogia utilizzo la simbiosi naturale tra  linguaparola per riflettere, nella prospettiva della teologia laica, sull’importanza decisiva della parola nella crescita e maturazione della persona.

Da un lato, la domanda di Michelangelo: “perché non parli?” è la domanda che la teologia laica fa tante volte alla NATURA, davanti alle meraviglie che essa mostra e nasconde nel macro e microcosmo.

Una domanda retorica, perché più chiaro di come parla la NATURA non si può.

Ma in realtà, è la domanda che la NATURA fa a ciascuno di noi: una domanda potentissima, bruciante, che viene dall’universo profondo. Una domanda che mira a svegliare la nostra parola, quella che ci dà un’identità unica, insostituibile.

Con questo voglio dire che non è una richiesta che viene dall’esterno, da un ordinamento giuridico, moralistico, costrittivo, pungente o minaccioso. Tutt’altro. È un invito della NATURA, la Madre Terra, della quale facciamo parte: un amorevole impulso etico, creativo, energizzante, divino, che ha la forza di cambiarci la vita.

Seguendo la NATURA, sostiene la metodologia Feldenkrais esposta da Roberta con lunga e accreditata esperienza, si scioglie la lingua e si riacquista l’equilibrio psicofisico.        

Seguendo la NATURA, dice la teologia laica, si può scoprire e  liberare la parola che ci identifica.

Come avviene questo processo? Il segreto è consapevolezza, consapevolezza, consapevolezza.

Consapevolezza 1: Perché non parlo

Accettare la domanda “perché non parli” e farla propria è un primo passo, umile e lungimirante.

Perché sono balbuziente, risponde Mosè nel Sinai. E ognuno ha la sua risposta.

Tante sono le risposte possibili:

  1. Non ho niente da dire
  2. Non ne vale la pena
  3. Sono timido
  4. Ho paura

Determinare la causa del silenzio passivo è importante, permette di guardarla negli occhi e ci colloca sulla strada giusta.

Consapevolezza 2. Un universo su misura

Questo secondo livello di consapevolezza è determinante per liberare la parola.

La teologia laica ci aiuta a fare un cammino di meditazione molto semplice ma di grande portata.

Sentire con i nostri sensi quello che ci circonda e man mano percepire che tutto è fatto su misura per noi:  l’aria ci appartiene, per esempio, perché abbiamo un corpo che la può accogliere e fare con essa meravigliose alchimie nelle cellule ,nei pensieri e nei sentimenti.

Lo stesso possiamo dire dell’acqua, degli alimenti. Hanno tutto quello che ci serve, e noi siamo predisposti per usufruirne.

Un universo che non è quindi una realtà statica e indifferente, ma dinamica, fatta su misura per interagire con noi. E’ lecito pensare che siamo importanti?

Consapevolezza 3. Fare esperienza della Parola che risuona dal profondo universo

Il passo precedente ci ha avvicinato a questa esperienza. L’universo ci ha permesso di andare oltre la sua materialità esterna e di percepirne anima, la sua realtà profonda.

Non ha forma, e quindi non ha importanza farsene una rappresentazione. E’ impossibile e non serve. Importa percepire quello che fa.

Il Benessere con un libro e la Teologia Laica

 

Tutte le nostre parole sono solo metafore che non possono dare un’idea chiara e distinta, ma ci stimolano a cercare immagini più e più significative e stimolanti. Con la metafora dell’universo profondo vogliamo significare una fonte inesauribile di energia che dinamizza tutto il cosmo ed evocare  la metafora biblica della Parola-Dabar che significa sia parola che azione e cioè una Parola efficace. E vogliamo dire che dal profondo universo ci arriva la sensazione di un cuore battente che dice a ciascuno: tu sei l’eco di un messaggio particolare della Parola-Dabar primordiale che solo tu puoi dire e nessun altro può dire o fare per te.

Perché non parli? Perché non parlo?

Forse perché non abbiamo scoperto quale possa essere il nostro contributo né la sua importanza.

Forse perché troviamo ostacoli insuperabili.

La risposta più valida penso che sia questa: non sappiamo di essere così importanti nell’universo e per l’universo. Non riusciamo a percepire il Cuore battente dell’universo profondo, e tanto meno a percepirlo nell’intimo del nostro IO profondo.

Il giorno che riuscissimo a scoprire di essere e di avere la parola mancante e chi è Colui o Colei che aspetta per dirla assieme a noi, la nostra vita cambierebbe. Sicuramente.

Grazie per la vostra attenzione e se avete bisogno di chiarimenti, scrivetemi

Eugenio Delaney

Per maggiori informazioni su Benessere con un Tocco e cos’è la Teologia Laica Sciogliere la lingua e liberare la Parola contattatemi o scrivetemi su whattsapp

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