Libera dalle vampate
Come sono riuscita ad eliminare i disturbi della menopausa senza farmaci e come potete farlo anche voi
di Grazia Sferrazza Callea
“Le vampate, ho capito, sono la possibilità di rivedere le tappe psicologiche della nostra vita e trarne degli insegnamenti e delle conclusioni. Sono l’occasione per smettere di ripetere i nostri errori e diventare consapevoli delle nostre qualità. Sono il richiamo esistenziale alla saggezza. Sono le spie accese che ci dicono che è necessario fare rifornimento di nuova energia. Sono i memo sul calendario della vita che ci ricordano un appuntamento importantissimo e vitale non solo per noi e il nostro benessere ma per la felicità e la crescita degli altri.”
Avendo la casa disseminata di ventagli di varie fatture, materiali e provenienze, quando ho preso per le mani questo libro con la sua calzante immagine di copertina, sono stata travolta da un attacco di allegria e di senso di liberazione. Sì, perché la donna in copertina, piena di energia, con quel gesto non si libera solo del ventaglio, ma di molto altro.
Devo precisare che i ventagli, di preferenza giapponesi, non hanno uno scopo decorativo, ma funzionale ad ogni situazione domestica, lavorativa, ludica, amorosa, di improvvisa sudorazione.
Non mi sono mai vergognata per queste vampate, né in classe né durante la relazione ad un convegno, ma quanto fastidio, quanto disagio! Quando sono emozionata, goccioline di sudore si formano sopra il labbro. Al mio compagno è sempre piaciuto, perché lo leggeva come segnale di desiderio. Ma quando ha iniziato a dirmi ‘sudi?’ – sottintendendo ‘mi desideri?’ – anche in momenti in cui ero presa da altro, ho iniziato a preoccuparmi, e lui a guardarmi col punto interrogativo negli occhi. Anche perché il sudore copriva un’area molto più grande.
Libera dalle vampate è un viaggio, un canto, un inno alla donna. Una donna consapevole che nel mezzo del cammino della sua vita può prendere il timone e navigare per dare il meglio, a se stessa e agli altri.
Una “via dei canti” che ci orienta nella geografia dell’anima in un modo non usuale. Così come gli aborigeni non disegnano mappe ma le cantano, in modo tale che percorrendo i luoghi questi vengano disvelati e conosciuti, così Grazia Sferrazza Callea ci porta a conoscere e riconoscere i messaggi che il nostro corpo ci invia, spesso in abbondanza, in una particolare fase della vita.
Segnali in attesa di ricezione, suggerimenti in attesa di essere colti per vivere pienamente una parte della vita che ci vorrebbe far sentire in decadenza, e invece no.
Praticando il pensiero divergente, l’autrice ci porta a smontare stereotipi e pregiudizi, ad abbandonare le soluzioni di cura correnti, a sperimentare un’avventura di ascolto e di consapevolezza: non c’è nulla da perdere, c’è molto da guadagnare. È una lettura per tutti, anche per gli uomini che amano le donne, anche per gli scettici, pronti, almeno per una volta, a ‘svuotare il bicchiere’, avvero a “ricevere con animo sgombro la mia storia e le mie conclusioni su cos’è davvero la menopausa per poi farsi un’opinione propria”.
L’autrice narra i suoi “7 anni in Tibet”, ovvero il viaggio intrapreso tra l’inizio e la fine di questo libro, le cui tappe hanno aperto molte porte per prepararsi a quel percorso di ‘ritorno’ che ci è dato al giro di boa della nostra vita. “Come in tutti i ritorni le cose cambiano: non si ha più fretta di arrivare e ci si gode il paesaggio, si sente un po’ di malinconia del rientro ma si torna a casa con mille souvenir e soprattutto con le proprie conquiste. (…) Ora che siete sul punto di migliore visuale, il punto da cui potete guardare meglio la valle che avete attraversato in salita e decidere come affrontare il percorso di ritorno. Qui le vampate sono giunte come vostre alleate a mostrarvi cosa dovete celebrare e quali cerchi dovete ancora chiudere, prima di riprendere il cammino.”
Il libro va scoperto, va letto, non raccontato né spiegato nei dettagli. Ci sono due numeri, il 7 e il 10 che desidero segnalare. Sono due numeri molto importanti, che portano dall’autobiografia e dall’intenso lavoro di auto-analisi e di ascolto ai passi fondamentali suggeriti che hanno a che fare con il corpo, l’apprendimento, lo stile di vita.
Sette: sono gli argomenti che sintetizzano gli ‘ingredienti’ identificati dall’autrice nella sua ricerca del perché delle vampate: senso di inadeguatezza, vergogna sessuale, frustrazione, mancanza di amore di sé, rimpianto/senso di colpa, rivalsa, paura. Come sono stati identificati? Accogliendo il calore improvviso come un messaggio da decifrare, un codice da decriptare. Ma sette è anche il numero dei vizi capitali, con i quali vi sono sorprendenti corrispondenze con gli argomenti di cui si parla. Un piccolo esercizio contenuto nel libro porterà a comprendere il nesso, ed a capire qualcosa di sé, ben nascosto, ma prepotentemente presente.
Dieci: sono i passi, i suggerimenti per aiutare le donne in menopausa (ma non solo loro) a diventare donne sagge, donne-guida. Lascio il piacere della scoperta a chi deciderà di intraprendere il viaggio. Sono dieci passi alla portata di tutti, e molto hanno a che fare con la relazione con se stessi e con gli altri. Perché non provarci? “A meno che non vogliate restare delle prede: prede delle vampate, prede delle paure, dei condizionamenti, prede di chi tiene la vostra vita in pugno”.
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Grazia Sferrazza Callea
Libera dalle vampate
Come sono riuscita ad eliminare i disturbi della menopausa senza farmaci e come potete farlo anche voi
Altermind Edizioni, 2015
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