Qual’è il ruolo dell’insegnante Feldenkrais
Il Metodo Feldenkrais è molto utile per contrastare varie forme di dolore. Ma noi insegnanti del metodo Feldenkrais non ci occupiamo del dolore, accompagniamo la persona a fare un viaggio dentro se stessa e come in tutti i viaggi, la persona scopre nuove cose dentro il proprio corpo e la propria mente.
Ogni persona è molto di più di un corpo che fa male, di uno sciatico arrabbiato, di una malattia grave. La persona arriva e noi non sappiamo la sua storia. Sappiamo che la persona è un insieme di emozioni, sensazioni, sentimenti, pensieri e il suo modo di muoversi esprime in parte quello che è, per qualcuno di più, per qualcuno di meno.
Cosa facciamo nella pratica di tutti i giorni
Noi accogliamo la persona nella sua interezza: non siamo medici, non siamo psicologi, non siamo osteopati. Quello che facciamo, sia con le lezioni di movimento (CAM) sia con le integrazioni funzionali (IF) attraverso le mani, è creare dei cambiamenti che molto spesso possono essere molto significativi.
Si tratta di apprendimento e noi riaccompagniamo la persona ad imparare nuovamente. Imparare come impara il sistema nervoso. Il sistema nervoso e il cervello non conoscono i muscoli nome per nome o le singole ossa ma il sistema nervoso conosce il movimento, impara dall’esperienza.
Il sistema nervoso impara facendo distinzioni, impara attraverso la nostra consapevolezza. Se pensiamo per un attimo a come si muovono i neonati. Nelle prime tre o quattro settimane fanno movimenti che non sono per niente funzionali, poi, piano piano, matura il processo di inibizione e il movimento del bambino diventa molto più fine e funzionale. Ma ci vuole tempo.
Quindi durante le nostre lezioni di movimento aiutiamo le persone a sentire cosa succede nelle varie parti del corpo, cosa succede nel loro stato d’animo sul momento, nei loro pensieri e tutto questo attraverso gesti e movimenti più o meno semplici.
Quindi l’attenzione dei nostri allievi va a spasso per il loro corpo e quello che viene percepito da ognuno di loro è diverso a seconda della loro storia, della loro sensibilità, della loro attenzione e motivazione.
La Consapevolezza è il punto focale: fare luce
Il focus è sulla consapevolezza e la consapevolezza vuol dire distinzione, differenza.
Tutti noi ci muoviamo ma spesso non siamo consapevoli di come ci muoviamo e cosi il movimento risulta poco fluido, spesso faticoso. Ma se si impara come far muovere le varie parti in modo indipendente le une dalle altre e secondo la nostra volontà, tutto magicamente cambia.
Per ottenerlo dobbiamo creare ed offrire al nostro sistema nervoso tutta una serie di scelte che generano esperienze che poi lui userà a seconda delle situazioni, nel modo migliore per noi. Migliorando il nostro modo di percepirci e anche di stare con e nel corpo.
Per riassumere, tutto il lavoro che noi facciamo non è nello specifico sul dolore o sulla respirazione, o sul femore o su un ginocchio. Certo ci arriviamo, ma non è il nostro punto di partenza.
Partiamo dalla persona e arriviamo alla persona
Il nostro punto di partenza è la persona, la guidiamo a sperimentare tante, tante, tante possibilità e tutte diverse. Pensate che ci sono più di 55 lezioni Feldenkrais originali sul respiro ma non ce n’è nemmeno una in cui Moshe Feldenkrais dice come respirare.
Questo perché la respirazione, una delle funzioni di base per il nostro corpo, deve adattarsi a quello che sto facendo: se sto correndo è ovvio che devo respirare diversamente da quando sto dormendo e quando parlo respiro diversamente rispetto a quando mangio.
Per avere prestazioni funzionali e precise, il nostro corpo ha bisogno di un sistema nervoso che abbia fatto esperienza di tante situazioni, cosi da poterle adattare nel modo migliore per noi in ogni specifico istante della nostra vita.
Quindi è il “qui ed ora” che è fondamentale, ognuno con la propria storia, con il proprio pensiero, con le proprie abitudini, con il proprio corpo e tutto questo è assolutamente personale.
Tutti noi abbiamo delle abitudini di pensiero, pensiero che ci intrappola. Quindi non è soltanto l’abitudine di sollevare una spalla o contrarre la mandibola o partire sempre con la gamba destra che è un problema ma è scoprire e riconoscere le proprie abitudini che può aiutarci a selezionare ciò che va bene per noi oppure no. In modo tale da riuscire a ridurre tutte quelle abitudini, anche mentali, che ci rendono la vita più difficile.
Ci occupiamo del dolore o della malattia oppure no
Avere una spalla arrabbiata non è sicuramente bello ma se questa spalla brontola perché è infiammata, forse ci comunica qualche cosa di noi più a livello generale. Ed è questo il punto sul quale noi insegnanti Feldenkrais lavoriamo, non solo sulla specificità della spalla.
Lavorare sulla persona e con la persona e la sua storia è il nostro FOCUS primario e attraverso la persona si arriva anche alla sua sofferenza.
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