“L’Intervista” a Monica Verri

Monica Verri Insegnante Ginnastica Ipopressiva Modena

Ho conosciuto Monica durante una mia sessione di formazione per il MIM, ero al 3 modulo online, io non sapevo chi era, ma guardando il mio modo di svolgere degli esercizi, mi aveva immediatamente fatto notare cosa non facevo in modo corretto, cosa che mi ha colpito perché non è facile lavorare online e occorre tanta pratica e soprattutto attenzione agli allievi.

Io sono pienamente consapevole del mio modo di NON TENERE le scapole basse, vizio dovuto alla mia “iperlassità” che mi ha creato in passato non pochi problemi e fastidi nell’arco di tutta la mia attività sportiva.  Tutto pensano che chi è iperlasso non ha problemi di dolore ma non è affatto così…. Ed io ne so ben qualcosa! Lavorare sul e con il corpo mi affascina da sempre e “non smettere di imparare mai!” è il mio motto

Cosi Monica mi ha incuriosito molto e ho chiesto informazioni su di lei ed ora eccomi qui ad intervistarla per voi!

LE RADICI DEL PRESENTE E DEL FUTURO AFFONDANO E SI FORTIFICANO DAL PASSATO

Da dove nasce la tua storia nell’ambito del lavoro sul corpo?

La mia storia è iniziata tanti anni fa perchè dall’età di tre anni ho iniziato a praticare pattinaggio artistico a rotelle, sono stata un’agonista e ho finito di gareggiare a 16 anni.  Poi sono diventata allenatrice Federale di questa stessa disciplina e sono sempre stata dentro il mondo dello sport.

Già alle scuole medie ho avuto la fortuna di avere come insegnante di educazione fisica una professoressa che mi ha fatto appassionare ancora di più al lavoro motorio.

Finite le medie ho frequentato il liceo scientifico per avere una preparazione ad ampio raggio che mi permettesse di affrontare il percorso universitario.

SCUOLA O LIBERA PROFESSIONE

E infatti, terminato il liceo (durante il quale lavoravo in palestra come allenatrice di pattinaggio artistico) mi sono iscritta all’ISEF, con il sogno di tutti quelli che hanno fatto l’ISEF 40 anni fa, cioè di andare a lavorare nella scuola.

Ho iniziato a lavorare come insegnante di ginnastica nella scuola e nel frattempo ho iniziato a lavorare in una palestra che era un po’ sui generis.  Eravamo alla fine degli anni 80 e c’era il boom della Ginnastica Aerobica. Si iniziava a sentire parlare di corsi di step e di gag ma io sono andata in questa palestra a lavorare come insegnante di ginnastica posturale, niente di tutte queste nuove attività accattivanti che il mercato proponeva.

Quando finalmente mi è arrivato il primo incarico di ruolo, i miei figli erano molto piccoli e avendomi assegnato ben tre scuole molto distanti l’una dall’altra Ho trovato la situazione di difficile gestione e ho pensato di lasciarlo confidando nel fatto che mi sarebbe arrivata un’altra proposta.

DESIDERIO DI IDENTITA’ PROFESSIONALE DEFINITO

Nel frattempo gli anni passavano io facevo un lavoro generico in palestra, mi occupavo di postura ma non avevo una vera e propria identità professionale che invece desideravo avere. 

DIVENTARE MAMMA A MODENA

Monica Verri Insegnante Ginnastica Ipopressiva a ModenaCosì tra il ‘95 e il 2000 ho iniziato a lavorare per costruirmi un’identità professionale più definita. Mi è sempre piaciuto lavorare con le gestanti e in quegli anni ho varato un progetto che si chiama “diventare mamma Modena” (sul sito www.monicaverri.it e sul profilo Instagram “diventaremammamodena” è possibile trovare notizie in merito) che è diventato un progetto molto importante sotto tanti punti di vista: dell’impegno, dei risultati da ottenere,  della credibilità,  della visibilità e diversi ginecologi mi mandano i loro pazienti .

Questo progetto va al di là della ginnastica perché c’è anche tutta una parte sulla preparazione del parto, l’arrivo del bambino, sempre in chiave non sanitaria ma funzionale e fisiologica.

Sono diventa poi insegnante di massaggio infantile; e in più avevo questo pallino del pavimento pelvico poiché lavoravo con le donne già da diverso tempo. Insomma la mia attività e competenza crescevano via via. 

IN PRINCIPIO ERA PILATES…

Nel frattempo a Roma con Serafino Ambrosio mi ero certificata per il Pilates e sentivo sempre parlare di pavimento pelvico, ma in modo ancora nebuloso e poco pratico. 

In quegli anni è arrivato anche un altro incarico di ruolo a scuola ma a quel punto avevo già investito tanto sulla mia attività in palestra come libera professionista e ho scelto di rinunciare al posto fisso per una libera professione.

Insomma tutti i vantaggi del posto fisso non sono stati sufficienti per colmare quella mia voglia di diventare qualcuno nel mio lavoro.

Dalle numerose esperienze nella scuola come supplente non avevo ricevuto le soddisfazioni e le gratificazioni che cercavo nel lavoro: indubbiamente più tutela e sicurezza, ma non erano quelli i miei obiettivi

PILATES E/O GINNASTICA IPOPRESSIVA

Monica Verri Insegnante Ginnastica Ipopressiva a ModenaQuindi ho accantonato definitivamente l’opportunità dell’insegnamento scolastico, mi sono specializzata nel pilates, cercando di metterlo insieme con il lavoro sulle gestanti e poi nel tempo mi sono avvicinata alla ginnastica ipopressiva pensando che potesse arricchire il mio lavoro nel progetto Diventare Mamma Modena.

Pensavo che potesse essere quell’integrazione che il pilates non aveva completamente colmato ma in realtà ho scoperto molto di più: un mondo anzi una galassia, un vero e proprio universo di benessere.

Potevo integrare il lavoro ipopressivo con tutto quello che già facevo e arricchirlo come non ho mai pensato di fare. E’ stato come salire su un razzo e andare più in alto.

 Gli esercizi ipopressivi mi hanno aperto la mente verso un nuovo modo di lavorare sempre più completo ed organizzato.

Io non credo che scoprire ipopressivi sia stato un caso perché non credo al caso!

Prima di tutto devo ringraziare la pandemia perché se non avessi avuto il tempo di curiosare in Facebook, e non avessi avuto un contatto che mi ha indirizzata verso Mimi, la nostra insegnante, non sarei qui ora.

MIMI’ RODRIGUEZ ADAMI

Non sapevo nulla di ipopressivi, ne avevo sentito un pò parlare ma in modo molto vago, e appunto grazie al lock-down del 2020 ho avuto la possibilità di studiare a casa con il computer tutto il corso online, di approfondire, di provare e riprovare su me stessa gli esercizi, cosa che mi ha permesso di entrare nel cuore del metodo e comprenderlo pienamente.

Ho iniziato a insegnare al parco perché le palestre sono rimaste chiuse due anni e mi sono buttata in questo nuovo campo. Prima di questo periodo non avrei mai avuto il tempo e neanche il necessario ordine mentale per affrontare un tema del genere mentre lavoravo a pieno regime in palestra.

Quando le palestre hanno riaperto sono partita a razzo e ho aggiunto questa parte alla mia esperienza lavorativa: mamma, pre e post parto, pilates con le macchine e di gruppo, massaggi bambini e anche il MIM (Metodo Ipopressivo Multidisciplinare). Credo che il MIM rappresenti la parte principale del mio futuro professionale.

Quale è stata la maggior difficoltà che hai incontrato in questo metodo?

Monica Verri Insegnante Ginnastica Ipopressiva a Modena(ride) All’inizio della formazione non avevo capito niente, non mi era piaciuto lavorare online: Ho trovato il corso molto difficile per me, una sensazione molto spiacevole! E dopo il primo modulo ho detto a Mimì che non ero assolutamente convinta di continuare perché era una cosa molto diversa da come ero abituata a lavorare e non mi aveva convinta. In realtà ho poi capito che non ero riuscita ad entrare subito nel metodo

La cosa più difficile è stata entrare in questa nuova modalità di fare esercizi. Da una parte statici (all’inizio) ma molto faticosi, poi il dover continuamente ricontrollare la propria postura, la respirazione ascendente… ma poi è stato Amore con la A maiuscola!

Ora invece la cosa più difficile è organizzare tutto, accontentare un po’ tutti senza però dover correre dietro a nessuno. Organizzo i corsi cercando di rispettare le esigenze e la disponibilità dei potenziali clienti, ma se le persone dicono che non hanno tempo per venire in palestra 2 o 3 volte la settimana rispondo che per loro forse non è il momento di fare questo corso. Non è un metodo facile e occorre darsi del tempo per imparare.

Ora posso dire di avercela fatta! Ho le mie classi e a Modena sono conosciuta, tutti i miei clienti hanno accettato l’integrazione del MIM con soddisfazione e buoni risultati e ne sono contenta. Pensa che per settembre ho già tutti i corsi pieni!

Un’altra soddisfazione è stata quella che Mimi mi ha proposto: diventare Professional Teacher, cioè formatrice di futuri insegnanti… a volte mi chiedo se lavorare a scuola mi avrebbe dato soddisfazioni tanto grandi!

A chi consiglieresti questo metodo?

Lo consiglio a tutte le persone che hanno bisogno di stare meglio oppure vogliono continuare a stare bene. Inizialmente pensavo che il MIM fosse adatto a chi aveva già problemi ma in realtà è proprio adatto a tutti e si integra bene anche con altre attività. Lo trovo adattissimo per le donne in menopausa, perché generalmente Dopo una certa età  cambia il modo di intendere l’attività fisica, si hanno a disposizione energie diverse rispetto agli anni precedenti anche se in realtà il bisogno di allenare il corpo in funzione del benessere continua, Può succedere che i corsi affollati, la musica alta, gli sforzi massimali inizino a piacere meno rispetto al passato…Ecco allora che qui può inserirsi un’ attività a minore impatto ma comunque molto efficace , come ad esempio il pilates , oppure come il MIM se si devono risolvere certe situazioni disfunzionali che sono abbastanza frequenti in menopausa e se si ha voglia di investire con successo su di sè con una attività che si adatta perfettamente alle proprie esigenze. Pensa che ho anche un gruppo di soli uomini che non avevano più voglia di massacrarsi con i pesi ma vogliono essere in forma.

Perché hai creato un gruppo di soli uomini?

Perché a volte mostrare la pancia e le parti poco toniche non piace a nessuno dopo una certa età, alla nostra età non siamo più dei quindicenni in campeggio!

Poi quando lavoriamo con il pavimento pelvico uso immagini diverse a seconda che parli con donne e con uomini. Anche l’approccio è diverso con l’uomo, quindi ho pensato di fare un gruppo di soli uomini.

Qual è l’età media dei tuoi allievi?

La fascia media è tra i 45 e i 60 anni. Ho anche ultra sessantenni e ultrasettantenni ma sono la minoranza. Anche alcune donne giovani ma diciamo che l’età media è pre e post menopausa e andropausa.

Il MIM lo vedi indicato anche per persone con 80 e più anni?

Monica Verri Insegnante Ginnastica Ipopressiva a ModenaCon loro faccio un corso che si chiama CORSO BASE dove non affronto tutto il primo modulo per via di alcune difficoltà che mediamente le persone di quell’età hanno: mettersi in ginocchio, portare le braccia in alto, appoggiarsi sulle mani … quindi ho creato una soluzione base dove si fa un buon lavoro ipopressivo ma con gradualità e minore intensità, perciò adatto a chi ha caratteristiche fisiche e funzionali con qualche limitazione.

A volte questo è necessario anche prima degli ottant’anni. In pratica cerco di consigliare questo corso alle persone che magari non sono pronte in quel momento ad affrontare tutto il modulo intensivo intero, al fine di ottenere il massimo beneficio, lavorando bene e sentendosi motivate. E’ molto bello entrare nelle corde emotive di queste persone che si fidano e si affidano

Come strutturi la lezione di un’ora?

La mia lezione tipo è di tre quarti d’ora: faccio un po’ di riscaldamento leggerissimo, poi parto con la respirazione, la percezione degli allungamenti e di volta in volta aggiungo qualche cosa di nuovo, quindi passo a figure.

Il corso base ha un’andatura più lenta e faccio un’ora piena – adatto le mie lezioni al gruppo che ho davanti ed anche a come sono il giorno in cui svolgiamo la lezione. Ho tanto materiale a disposizione e mi gioco le carte in base a come va la partita! (ride)

Gli addominali del Pilates li insegni ancora?

Ho proprio tolto totalmente i Crunch e non faccio più gli addominali classici cioè tutti quegli esercizi che aumentano la compressione a livello della cavità addominale.

Adesso uso il MIM per allenare l’addome e lavorare sulla pancia, quindi spiego che questo è un metodo più funzionale per utilizzare la nostra parete addominale con molti meno rischi. Non mischio però le discipline. Se faccio MIM la lezione comprende gli esercizi MIM se faccio Pilates in realtà uso le macchine ma con gli esercizi MIM

Non mischio le discipline perché è come se passassi il messaggio che non è sufficiente fare solo pilates ma non è sufficiente neppure solo il MIM. Quindi per avere un risultato devi farli tutti e due. Io credo tantissimo nel MIM e voglio dimostrarti che facendo solo MIM puoi avere grandi soddisfazioni!

Come dicevo, il Pilates che facevo anni fa non lo insegno più e spiego ovviamente il motivo.

Generalmente alle clienti che si sono avvicinate al MIM, in un secondo momento propongo lezioni con i grandi attrezzi del Pilates , ed ecco che diventa MIM con i macchinari. A loro piace, lo trovano utile a consolidare i benefici ottenuti con la pratica ipopressiva e permette loro di continuare ad allenarsi in sicurezza e con maggiore dinamicità

Il vantaggio è triplice:

  • la novità, perché usano le macchine del Pilates
  • il consolidamento dei benefici
  • il perfezionamento della tecnica ipopressiva

Tutto questo si traduce in una opportunità di allenamento senza rischiare di danneggiare il pavimento pelvico. Quando le persone capiscono questo nuovo approccio di allenamento sono davvero soddisfatte.

Che frequenza consigli per il MIM?

Propongo per il corso intensivo tre volte alla settimana, è molto impegnativo però i risultati sono garantiti ed in tempi non lunghi, altrimenti c’è il corso base che è una o due volte alla settimana. Però con il corso base i risultati arrivano un pochino più diluiti nel tempo, ma arrivano.

Dai dei compiti a casa?

Si e no, ci sono cose che ognuno di loro può praticare a casa 5 minuti al giorno e sono:

  • La ricerca del neutro
  • L’allungamento assiale
  • La Respirazione ascendente

Con un po’ di volontà si possono avere davvero buoni risultati!

Il Pilates cosi com’è forse è un po’ sorpassato, ho fatto il mio corso nel 2006 a Roma perché avevo visto nel pilates un grande potenziale ma poi su quel carro ci sono saliti tutti. Io ci ho messo due anni e mezzo per prendere il mio diploma di pilates. L’ho fatto con molta serietà e con molto impegno. Anche la scuola era molto seria e alla fine erano previste 90 ore di tirocinio. Ho avuto una grande ansia! Ma oggi diventi insegnante in un fine settimana. Puoi immaginarti che basi hanno le persone per lavorare sul campo!

Anche quando ho fatto la formazione MIM le scuole di ginnastica ipopressiva erano pochissime.  Ora stanno proliferando a dismisura. Il metodo funziona e bene ma non è affatto facile e per impararlo prima su se stessi e poi insegnarlo occorre davvero tempo e pazienza. Ma come sempre ci sono degli opportunisti che sulla scia del successo altrui sperano di diventare insegnanti velocemente e senza fatica, ma cosi non funziona.

Io penso sempre che i nostri allievi abbiano la capacità di accorgersi se il loro insegnante davvero conosce la materia che insegna oppure se improvvisa. Quindi per chiudere questa bella intervista mi sento di dire:

  • A chi vuole diventare insegnante, che il percorso è lungo e impegnativo e ci vuole tempo e pazienza ma soprattutto serietà verso se stessi e verso i futuri allievi;
  • Ai clienti, di tenere gli occhi aperti e di chiedere dove una persona si è formata, che esperienza ha, che attestati ha.. perché è molto importante affidarsi ad una persona realmente esperta, non abbiate paura di chiedere

Cara Monica ti ringrazio di questo prezioso tempo insieme!

 

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Cellulare : 3392350530

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